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giovedì 28 febbraio 2013

Il calendario di Cometa di marzo 2013

in ricordo dell'orso M13

Sarà perché una sigla non è un nome e quindi spersonalizza chi la porta, i mezzi di informazione di massa, con qualche lodevole eccezione, hanno dedicato ben poco spazio all' uccisione di un orso trentino sconfinato in Svizzera, nel Canton Grigioni, avvenuta il 19 febbraio. Si chiamava per l' appunto M13, era giovane e si era appena svegliato dal letargo invernale.

Qual era la sua colpa, talmente grave da giustificare l' esecuzione, programmata con cura?

Come ha detto l' ispettore grigionese della caccia, responsabile del' uccisione, M13 è stato abbattuto perché "non ha più alcun rispetto per le persone". In effetti già in Italia M13 aveva fama di essere un orso "esuberante" (che sta a significare che non aveva paura degli esseri umani) e una ragazza quattordicenne che l' ha incontrato nei boschi della Val Poschiavo si era spaventata. Tutti buoni motivi per giustiziare l' orso, anche se, a quanto scrive lo stesso Ufam (Ufficio federale dell'ambiente svizzero) "l' orso non aveva mai manifestato comportamenti aggressivi". Una logica ricca di prospettive: quanti esuberanti immigrati italiani, turchi, africani, asiatici si potrebbero incontrare nella Confederazione Elvetica? e se una brava ragazza di Coira o di Davos si spaventasse incontrando uno di essi*, cosa farebbero i buoni governanti dei Grigioni?

Ciò che rende il fatto, oltre che tragico, molto antipatico, è il dubbio che l'uccisione (o meglio: l' assassinio) sia stato deciso per ragioni di politica locale. Su un blog della Svizzera italiana si legge: "Fuori campo la bambina tanto spaventata se la rideva a crepapelle. Sono indignato dal comportamento delle autorità federali e cantonali". Altri cittadini elvetici ipotizzano che il motivo reale dell' uccisione sia da trovarsi nel fatto che M13 era sì un orso, ma un orso italiano. D' altra parte le autorità grigionesi non sono nuove a queste azioni criminali e xenofobe. "Il cantone" ricorda Legambiente "è il medesimo in cui cinque anni fa è stato abbattuto un altro orso in dispersione e proveniente dall’Italia, l' esemplare JJ3", e sottolinea, in una lettera al Consiglio d' Europa, che “I protocolli di gestione dei grandi predatori per come sono stabiliti dalle istituzioni svizzere rappresentano una severa minaccia per la conservazione della biodiversità alpina”.

Il 18 febbraio scorso, Alessandro Della Vedova – podestà del comune di Poschiavo – è intervenuto sulla pagina Facebook di M13 (che raccoglie migliaia di iscrizioni in difesa del' esecuzione allora solo annunciata) scrivendo: "Chiedo cortesemente un po’ di comprensione nei confronti degli abitanti della Valposchiavo. Il timore e la paura sono sentimenti irrazionali che non possono essere spenti come se fossero un interruttore, ma necessitano di tempo per essere superati e vinti". Come dire: scusateci, qui viviamo ancora nel medioevo, chiusi tra le nostre montagne, abbattiamo gli orsi e bruciamo le streghe. In effetti Poschiavo, nei cui boschi si è consumato l' assassinio di M13, è anche località tristemente nota perché tra il 1621 e il 1753 furono centinaia le sentenze capitali emesse dalla giurisdizione comunale nei confronti di persone, soprattutto donne, ritenute streghe. Insomma: gli abitanti della Val Poschiavo non amano i diversi, siano animali che uomini, e li eliminano senza porsi problemi (quindi pensiamoci, prima di andare a visitare l' ameno paesello: niente abiti troppo vistosi, niente macchine fotografiche puntate sugli abitanti, che le scambierebbero come strumenti per gettare il malocchio, niente domande ai passanti).

Al di là del' ironia non bisogna fare di ogni erba un fascio: molti cittadini svizzeri hanno criticato duramente la decisione del governo dei Grigioni. Un esempio tra i tanti: il consigliere nazionale Pierre Rusconi, scrive testualmente da Lugano "siamo un paese di merda! Mi vergogno di essere svizzero!"; e parlando del governo federale aggiunge "gente senza nessun rispetto per la natura e per la vita. Hanno fatto davvero una bella pubblicità al Canton Grigioni, anche per la candidatura alle Olimpiadi, davvero una bella immagine, complimenti!" … "Noi che ci crediamo uno dei più civili al mondo, siamo qui a prendere lezioni di civiltà da un paese come l'Italia che solo in Trentino, gestisce senza problemi una trentina di orsi".

Viceversa si possono trovare in Italia voci che osannano al crimine svizzero. Come quella del direttore dell'Ufficio caccia e pesca della provincia di Bolzano, Heinrich Erhard, il quale in un' intervista al Regionaljournal si rammarica che "qui in Italia non possiamo sparare agli orsi" e afferma che "i grigionesi ci hanno aiutato a risolvere un problema". Anche il professor Michele Corti (docente universitario e giornalista, già consigliere regionale della Lombardia dopo essere passato dal Manifesto alla Lega, in breve "ruralista", come lui stesso si definisce***) plaude all' assassinio di M13, sostenendo che la regione Trentino avrebbe acquistato dalla Slovenia gli orsi (di cui M13 è un discendente) "non selezionati sulla base di una analisi etologica … e quindi privi di timore per l'uomo". Bene: un sudtirolese e un leghista, membri di gruppi il cui amore per il diverso - uomo o animale - è ben nota.

* la popolazione dei Grigioni è di 188.762 abitanti di cui 28.008 (15% circa) stranieri (fonte: Ritratti regionali dell'Ufficio federale di statistica, dato riferito al 2007). Quindi la probabilità che una verginella grigionese incontri uno straniero un po' "esuberante" è realmente piuttosto elevata
** 128 atti di queste sentenze si possono consultare presso l' archivio del comune. Chi fosse interessato a questo tema può consultare l' archivio del sito http://www.atistoria.ch curato dal' Associazione Ticinese degli Insegnanti di Storia
*** cfr il sito di Michele Corti http://www.ruralpini.it

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