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venerdì 29 aprile 2016

Il calendario di Cometa di maggio 2016
ovvero: perché dobbiamo amare i piccioni

Tra gli animali che condividono giorno dopo giorno l’ambiente e la vita dell’uomo, topi, piccioni e molti insetti sono spesso detestati. Per sottolineare l’analogia molti definiscono il piccione un “topo con le ali”, accusandolo di trasmettere gravi malattie all’uomo e di deturpare le città.

Eppure non è sempre stato così: il piccione selvatico occidentale (quello del nostro calendario del mese) è un animale passato involontariamente da un habitat costiero e rupestre a quello urbano, perché per molti secoli è stato allevato dall’uomo (forse a partire dal 10000 a.C.) vuoi per nutrirsene vuoi per utilizzarlo - in assenza di Internet, telefono, telegrafo, televisione - come strumento per il trasferimento di informazioni.

Il piccione viaggiatore è esattamente quello che vediamo giorno dopo giorno nelle nostre strade e piazze, una volta che sia stato addestrato a tornare alla piccionaia. E svolge questo compito con una solerzia e precisione ben superiore a quelle delle poste istituzionali: è in grado di ritornare alla sua base da 800 km. di distanza a una velocità di circa 70 km. all’ora. Come dire che una notizia affidata all’alba a un piccione a Milano può venire recapitata a Roma la sera stessa. A tutt’oggi non si sa veramente come siano in grado di orientarsi, anche se la tesi più accreditata è quella della capacità dei piccioni di percepire onde sonore ultrabasse (nella fascia intorno a 0,1 hertz).

Abbiamo scritto che il piccione svolge questo compito (e non che svolgeva) perché ancora oggi sono non pochi gli appassionati che allevano e addestrano piccioni viaggiatori, soprattutto a fini sportivi (molte sono le gare nazionali e internazionali). E gli animali sono viziati e coccolati come e meglio dei giocatori di calcio e dei purosangue equestri: occorre nutrirli, pulirli, massaggiarli,allenarli quotidianamente, tanto più che anche il loro prezzo (nel 2013 ad Anversa il campione Bolt è stato venduto per oltre 300.000 euro, più recentemente, in Cina, un campione è stato ceduto per 320.000 dollari) non è poi così lontano da quello scambiato nel calcio mercato delle serie inferiori. In più il manager di piccioni viaggiatori è sottoposto al rischio di perderli: sui lunghi percorsi (le gare si svolgono su 250 miglia) il piccione può essere cooptato da uno stormo di passaggio e abbandonare il suo lavoro, oppure attaccato da un predatore.

Non possiamo qui non ricordare il piccione Paddy che - durante il D-Day - portò fino a Londra notizie di importanza strategica percorrendo le 230 miglia che separano le coste della Normandia dalla capitale inglese a una media di 90 chilometri orari, nonostante le pessime condizioni meteorologiche e il dispiegamento degli intercettatori tedeschi. Per questa ragione Paddy è stato insignito della Victoria Cross, una onorificenza creata appositamente per gli animali che servirono durante la guerra e - più recentemente - della medaglia Dickin, la massima onorificenza dell’associazione veterinaria e animalista inglese. Dopo la guerra, rientrato nel nativo Ulster, Paddy visse ancora dieci anni assistito dal suo istruttore, il capitano Andrew Hughes, e alla sua morte fu eretto un memoriale in suo ricordo.

Le stesse associazioni animaliste (almeno: quelle non estremiste) sono molto tolleranti verso la pratica dell’addestramento dei piccioni viaggiatori, che porta - più che a uno sfruttamento dell’animale - a una vera e propria collaborazione con l'uomo. Né noi possiamo negare di nutrire una forte simpatia verso questi uccelli: il nuovo medioevo sta assediando il mondo e può darsi che in un futuro sempre più prossimo l’uomo dovrà ricorrere ancora al loro aiuto, alla faccia di non pochi stupidissimi amministratori pubblici che li vorrebbero scacciare dalle nostre città.

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