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martedì 27 febbraio 2018

Il calendario di Marzo 2018

Attendendo le elezioni

In base al proprio statuto, la nostra Associazione si occupa solo del rispetto per l’ambiente e del benessere degli animali, questioni che sembrano lontane dalla politica. Però, nel momento in cui il Paese ci chiede di dare il nostro voto all’uno o all’altro candidato, non possiamo ignorare che chi detta le leggi su queste tematiche sono proprio i politici e quindi dobbiamo avere ben chiaro che la nostra scelta elettorale può avvenire in difesa dell’ambiente e degli animali.

Uno dei temi fondamentali che fa da cerniera tra le Associazioni come la nostra e la politica è quello della caccia.

I cacciatori italiani sono una specie in via di estinzione,. il loro numero scende costantemente: erano quasi due milioni nel 1980, meno di un milione nel 2000 e poco più di mezzo milione nel 2016. La loro età modale è compresa tra 65 e 80 anni.

Come dire che ancora oggi nel nostro Paese si aggira una banda di vecchietti armati, doppiamente pericolosi per i fucili che impugnano e per gli anni che hanno sul groppone. I risultati si vedono, 150 milioni di animali selvatici uccisi durante la stagione venatoria 2017-2018, chiusa il 31 gennaio 2018, ma anche:

- 20 morti e 61 feriti tra i cacciatori
- 10 morti e 34 feriti tra i non cacciatori
- un morto e 2 feriti minorenni
- un numero imprecisato di animali domestici uccisi o feriti.

E questi sono solo i morti e i feriti causati dalle armi, non esiste un dato certo sui cacciatori morti “sul campo” per altre cause come incidenti sul percorso, infarti, e così via. (i dati sono esposti nell’ultimo dossier dell’Associazione Vittime della Caccia - http://www.vittimedellacaccia.org). Insomma: un attentatore islamico così come lo studente che nei campus americani spara sui colleghi non saprebbe fare di meglio.

Nonostante la loro diminuzione, questo gruppo di assassini legalizzati resta molto potente: dietro a essi vi è un business enorme (armi, munizioni, abbigliamento, cani di razza e chi più ne ha più ne metta: una stima realistica indica in 8 miliardi di euro il solo mercato delle armi venatorie e da tiro, indotto incluso). Il che rende i sopravvissuti quanto mai arroganti e pieni di sé: il 25 ottobre dell’anno scorso hanno osato perfino portare in omaggio a Papa Francesco una carabina, con inciso sul calcio il motto “La competizione leale promuove la conoscenza di se e del prossimo”.

Un business che trova complici i politici regionali che spesso e volentieri derogano alle norme italiane e europee per soddisfare i cacciatori. A titolo emblematico - ma i casi sono infiniti - ricordiamo qui la legge regionale 182/2016 del Veneto che punisce chiunque “rechi molestie ai cacciatori (o pescatori) nel corso delle loro attività … con la sanzione amministrativa da euro 600 a euro 3.600” (https://www.ilpost.it/2017/01/11/la-nuova-legge-del-veneto-sulla-caccia/)

Non contenti, con l’avvicinarsi della scadenza politica i cacciatori si stanno ulteriormente organizzando per influenzare le elezioni nazionali. Le organizzazioni venatorie hanno attuato una “cabina di regia” per “controbattere alle falsità del mondo animalista” e chiedere “alle forze politiche e alle coalizioni impegni precisi e non vuote promesse elettorali” (http://www.bighunter.it/Caccia/ArchivioNews/tabid/204/newsid730/23046/Default.aspx)

E’ difficile dire come rispondere - sul piano del voto - a queste provocazioni, perché nella massima parte dei partiti politici esistono sia persone favorevoli alla caccia (se non fanatiche) sia persone assolutamente contrarie.

La LAC (Lega Abolizione Caccia) sul suo sito fornisce una lista, organizzata per partiti, dei sostenitori e dei detrattori della caccia. La LAV (Lega Anti Vivisezione) fornisce un’analoga lista, organizzata per regioni. Altre organizzazioni si limitano a raccomandare ai candidati qualche decisione in favore dell’ambiente e degli animali.

Per avere indicazioni più precise è meglio andare a spulciare i siti dei cacciatori, che non hanno dubbi sui loro amici e nemici, almeno tra i partiti maggiori. Da questa ricerca emerge che:

- sul sito venatorio acaccia.com leggiamo che la Lega è l’ “unico partito esplicitamente pro caccia”. Il concetto è ribadito dal sito cacciando.com, in cui si afferma che fratelli d’Italia, insieme alla Lega sono “molto più vicini alle istanze dei cacciatori di qualunque altra forza politica”;

- proseguendo da destra a sinistra, nella coalizione berlusconiana, accanto a Forza Italia dove allignano fautori spietati della caccia, spicca il Movimento Animalista di Michela Brambilla ma - anche volendolo considerare in buona fede - c’è chi avverte che “Voti animalista e ti ritrovi i cacciatori in Parlamento”, come potrebbe succedere se la Brambilla non riuscisse a superare la soglia del 3% (http://ilcappellopensatore.it/2018/01/tu-voti-animalista-ma-ti-ritrovi-i-cacciatori-in-parlamento/);

- a sinistra: nella galassia che ruota intorno al PD (dove pure esistono rari oppositori della caccia) fa da padrone l' ARCI Caccia che intende “contrastare una prospettiva animalista sfibrante per il paese”;

- ancora più a sinistra: i membri di Liberi e Uguali hanno talvolta dimostrato di non essere favorevoli alla caccia, ma non c’è da illudersi, si tratta di un gruppo variegato dove certamente qualche cacciatore è presente, anche se con frequenza ridotta rispetto al PD;

- per finire i siti venatori concordano sul fatto che il Movimento 5 Stelle è l’unico gruppo che si presenta compatto contro la caccia: “Come è noto, fra tutte le forze politiche di un qualche rilievo, quella grillina è la più chiaramente e definitivamente schierata contro la caccia”, e “cominciamo a prendere coscienza del pericolo del movimento/partito di Grillo”, leggiamo ancora sul sito Bighunter.

Bene, questo è tutto, teniamone conto. Chi volesse approfondire la questione può accedere a uno dei siti richiamati che - a loro volta - sono quanto mai ricchi di collegamenti.

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