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sabato 30 giugno 2018

Il calendario di luglio 2018

Abbiamo voluto dedicare il calendario di questo mese a un animale che solo alcuni (i più fortunati) tra noi hanno incontrato o potranno incontrare, perché vive solo in Madagascar. All’opposto di quel che succedeva a Macondo, dove “molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”*, il Lemure ha avuto un nome ancora prima di essere conosciuto.

Gli antichi romani, che in Madagascar proprio non ci arrivarono, utilizzavano il termine “lemure” per indicare un antenato di cattivo carattere, il cui fantasma infestava la casa**. Il naturalista svedese Linneo, nel 1754, quando ormai gli europei andavano e venivano dal Madagascar, colpito dagli occhioni spiritati dei nostri amici (e ci credo: per vedere al buio servono occhi grandi) ebbe l’idea che questi animaletti avrebbero potuto rassomigliare ai lemuri della mitologia romana. E il nome gli rimane ancora oggi.

La storia dei Lemuri è appassionante, e coincide con la storia del Madagascar. Prima di essere un’isola (non piccola: quasi due volte la superficie dell’Italia) questa terra faceva parte dell’antico continente di Gondwana, dalla quale si staccò circa 140 milioni di anni fa, restando isolata in mezzo al mare. Fu proprio questo isolamento che consentì lo sviluppo di specie animali e vegetali endemiche, cioè presenti solo in quel luogo: si stima che l’80% delle specie animali e vegetali del Madagascar (tra cui 250 specie di rane, molti camaleonti e sei dello otto specie di baobab) vivano solo su questa isola.

Tra gli animali che rimasero sull’isola vi erano delle scimmie primitive, ma non vi erano predatori di tali scimmie. Quindi gli antenati dei Lemuri poterono svilupparsi occupando tutte le possibili nicchie ecologiche, tanto più che il cibo era abbondante, differenziandosi in relazione ai vari ambienti in cui si trovavano a vivere. Attualmente si contano un centinaio di specie diverse, la cui dimensione varia dai 30 grammi ai 10 chili, che vivono quasi esclusivamente sugli alberi e hanno abitudini notturne. Tutte le specie hanno occhi dotati del tapetum lucidum, uno strato riflettente dietro la retina che consente di amplificare la luce (ce l’hanno anche i gatti), tutte hanno il pollice opponibile (una grande conquista dell’evoluzione, senza la quale non saremmo in grado ti tenere in mano nulla) e tutte hanno una struttura matriarcale, ovvero le femmine si trovano in posizione predominante rispetto ai maschi: sono le prime a mangiare, sono loro che decidono dove costruire il nido, sono loro a scegliere attivamente il partner.

Comunque l’antica accezione del termine lemure come spirito malvagio è sopravvissuta anche in età moderna, trasferendosi dal mito alla letteratura horror. Nel romanzo contemporaneo De Bello Lemures, dell’inglese Thomas Brookside, si racconta come il comandante legionario Lucius Artorius Castus, chiamato a reprimere una rivolta in Gallia, si sia trovato ad affrontare un’armata di zombie.

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* Gabriel Garcìa Màrquez, Cent’anni di solitudine
** gli antichi romani avevano sviluppato un sistema di classificazione degli spiriti. Scrive Sant’Agostino, ne La Città di Dio, citando Apuleio: “Dicit quidem et animas hominum daemones esse et ex hominibus fieri lares, si boni meriti sunt; lemures, si mali, seu larvas; manes autem deos dici, si incertum est bonorum eos seu malorum esse meritorum.”, Ovvero: se l’antenato era stato onesto e aveva fatto del bene, da morto diventava un Lare, uno spirito protettore della domus; se invece aveva fatto del male diventava un Lemure, un fantasma infestante; se non si sapeva se era stato buono o cattivo, l’antenato andava a finire tra i Mani. Ovviamente esisteva un rito specifico - da ripetersi annualmente a cura del pater familias - per scacciare i Lemuri dalla casa. Il rito veniva compiuto durante le notti del 9, 11 e 13 maggio, e alla fin fine prendeva la forma di una festa popolare, chiamata Lemuralia. La festa fu poi cristianizzata nel 610 e un centinaio di anni dopo spostata da maggio al 1* novembre per porla in coincidenza della festa celtica di Samhain. In questo modo il dilagante Cristianesimo in un colpo unico si impadronì e fece proprie due tradizioni pagane provenienti dai due capi dell’Europa

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